Page 6 of 8

ITINERARIO STORICO: TORRI DI GUARDIA, FORTEZZE E FARI

TRA TORRE SVEVA (VENDICARI) E TORRE CABRERA (POZZALLO)

Le torri esistenti lungo tutta la linea costiera delle Terre dei due Mari ricoprivano un ruolo fondamentale. La loro strategica posizione ne faceva un punto di avvistamento unico e privilegiato. Tutta la costa ed il mare prospicente erano controllati a vista, a difesa delle incursioni piratesche. Torri di guardia, fortini, caricatori, erano solide strutture costruite per resistere ad attacchi esterni e per durare nel tempo. Grazie a ciò alcune di esse si sono perfettamente conservate, ed oggi ci raccontano storie e leggende di un mitico passato. All’interno della Riserva di Vendicari, quasi a proteggere il territorio retrostante, fa bella mostra di se la Torre Sveva. Costruita presumibilmente attorno al XIII secolo d.C., la torre avrebbe avuto la funzione temporanea di caricatore, un deposito di derrate alimentari che arrivavano o ripartivano dal piccolo centro portuale di Vendicari. Noto infatti, secondo un documento datato 1396, aveva il permesso di commercializzare derrate alimentari per mezzo dello scalo dell’attuale riserva naturale. La torre si presenta come un grosso manufatto, a pianta rettangolare, composto da grandi blocchi di pietra calcarea. Sulla sommità gli angoli presentano dei mensoloni, aggiunti in un secondo momento, costruiti probabilmente per sorreggere dei ballatoi atti ad ospitare vedette, cannoni o garitte che consentivano la funzione protettiva della torre. In contrada Belvedere di Torre Fano, territorio di Pachino, rimangono ancora visibili i resti di una torre di segnalazione e controllo del mare, una delle più antiche torri di avvistamento, datata probabilmente attorno al 700 a.C. In questo periodo infatti, Siracusa, capitale della Magna Grecia, aveva il controllo di tutto il mare prospicente ai territori di sua pertinenza. Torre Fano veniva utilizzata come guida per i naviganti che doppiavano i due mari, ma anche per il controllo del mare contro le incursioni puniche. Mantenne questa funzione anche durante il periodo romano e bizantino. Un sistema di torri di guardia fu poi organizzato a partire dal periodo Normanno. Torre Fano, data la sua posizione unica (nella punta più meridionale della Sicilia), mantenne la sua funzione per moltissimi secoli. Sull’isola di Capo Passero, insiste una pregevole opera di architettura militare, realizzata agli inizi del 1600, la Regia Fortezza Spagnola. I lavori di realizzazione di questa struttura difensiva si prolungarono per circa 35 anni, lungaggini dovute a modifiche conseguenti ad avvicendamenti di potere, a completamenti e arricchimenti di pregio. Fu sempre presidiato da guarnigioni di militari, tutti di nazionalità spagnola, a parte il barbiere ed il cappellano, italiani. Il forte svolse la sua funzione di baluardo a difesa di tutta la costa contro le incursioni degli ottomani per oltre due secoli, senza essere mai espugnato. Resistette indenne anche al disastroso terremoto dell’11 gennaio 1693, sisma che distrusse moltissime cittadine del Val di Noto. Dal 1871, con la costruzione di un piccolo faro, fu presidiato dalla Marina Militare per l’accensione notturna dello stesso. Attualmente, essendo dotato di accensione automatica, il servizio di guardiania non è più attivo. Il Faro più meridionale d’Europa è quello dell’Isola delle Correnti. Un piccolissimo isolotto, a forma di goccia, unito alla terraferma da un istmo che alterna le sue “presenze” in funzione di maree e mareggiate. L’isola dei due Mari è quella che si pone al centro di tutti i passaggi, le correnti ed i movimenti tra lo Jonio ed il Mediterraneo. Straordinaria per la sua posizione geografica è il punto terminale, opposto a Trieste, del “Sentiero d’Italia”: uno degli itinerari di trekking più lunghi al mondo (circa 5.500 km). Sull’isola, fino a qualche decennio fa, viveva il guardiano del faro con la sua famiglia. Oltre alla casetta del guardiano è tutt’ora visibile una struttura militare, gestita fino a poco tempo fa dalla Marina Militare. Risalendo verso l’entroterra nel territorio di Pachino, è possibile visitare Torre Xibini. Fu edificata alla fine del 1400 dal barone proprietario dei feudi circostanti, sia per un suo prestigio personale che per difendere le terre ed i raccolti dalle incursioni dei pirati. Dell’antica torre rimane tutto il basamento a pianta quadra ed il lato orientale delle mura, alto poco più di 10 metri. E’ visibile sul prospetto integro lo stemma del casato, scolpito nella pietra calcarea ed una iscrizione in latino. Il monumento più imponente lo ammiriamo a Pozzallo: è Torre Cabrera. Anche questa era una torre di guardia, fatta costruire da re Alfonzo V d’Aragona agli inizi del XV secolo. La torre era posta a difesa del Caricatore: un complesso di magazzini di importanza strategica, posizionati sulla costa e completi di scivoli e pontili per l’imbarco delle merci sui velieri (soprattutto di grano, prodotto in enormi quantità nella Contea di Modica). Questo sito, per importanza e valore, era il secondo in Sicilia. La Torre Cabrera fu il fulcro centrale da cui si sviluppò tutto l’abitato di Pozzallo e oggi è monumento nazionale e simbolo della città.

Fonte GAC dei due mari

ITINERARIO CULTURALE: UNESCO

TRA NOTO E POZZALLO.

Le Terre dei due Mari ospitano due importanti riconoscimenti dell’Unesco: quello legato ai siti barocchi del Val di Noto, ove le cittadine ricostruite dopo il disastroso terremoto del 1693 conservano mirabili esempi di arte scalpellina e quello legato alla Dieta Mediterranea, inserita come Patrimonio immateriale dell'Unesco nel 2010. L’itinerario Unesco ruota attorno alla Cattedrale di Noto, esempio indiscusso di arte barocca ma soprattutto simbolo di forza, tenacia, coraggio e caparbietà di un popolo che non si arrende al fato ma reagisce, combatte e ricostruisce, ancora più saldamente di prima. Questo splendido esempio di cultura, storia e arte nasce da un insieme di conoscenze, pratiche e tradizioni che si ritrovano anche nel modo di alimentarsi tipico della Dieta Mediterranea. Uno stile alimentare caratterizzato da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo, legato indissolubilmente al territorio, alle produzioni agricole, alle colture, alla raccolta, alla pesca, all’allevamento, alla conservazione, trasformazione, preparazione e consumo del cibo. Il territorio compreso tra Avola e Pozzallo racchiude alcuni dei prodotti esclusivi della Dieta Mediterranea. Olio di oliva, ortaggi, pesce, frutta fresca e secca sono alimenti ricchi di sostanze benefiche, di Omega3, di vitamine necessarie allo sviluppo e alla crescita fisiologica a tutte le età. Prodotti che fanno parte del patrimonio alimentare siciliano, ma ancor di più del modo di alimentarsi tipico della popolazione di questo territorio. Ispica produce una delle carote più rinomate d’Italia: la Novella di Ispica IGP (indicazione geografica protetta). La produzione di questa radice, una miniera di minerali e vitamine, va da febbraio a giugno. Pachino è il regno del pomodoro. Tra le tante varietà, la più rinomata e presente sui mercati internazionali è ilCiliegino di Pachino IGP, la cui produzione è estesa a buona parte dell’anno. Ad Avola si trovano le cultivar di mandorle più pregiate al Mondo. La fioritura (un vero e proprio spettacolo!) si limita a pochissimi giorni di fine inverno, mentre la raccolta è effettuata tra metà agosto e settembre. Tra le varietà più pregiate, la Mandorla Pizzuta di Avola è quella più ricercata dalla confetteria e dalla pasticceria di altissima qualità. A Portopalo di Capo Passero e a Pozzallo la marineria dei pescatori rende il mercato ittico veramente affascinante. Il pesce del Mediterraneo, principalmente pesce azzurro, è il prodotto principe del pescato, ricchissimo di proprietà nutrizionali ma soprattutto di sali minerari e Omega3. Lo straordinario rapporto qualità/prezzo fa del pesce azzurro quello più consumato dagli isolani. Le varietà più pescate in queste zone sono: sarda, spatola, alalunga, alletterato, lampuga, pesce spada e tonno. Il pesce azzurro è un prodotto versatile che si adatta a svariate ricette: da quelle semplici dei pescatori a quelle più elaborate degli chef. Non potendo essere allevato (a eccezione del tonno), è sempre selvatico, pescato in mare aperto e disponibile tutto l’anno. Infine si ritorna nel luogo da cui è partito l’itinerario: la Cattedrale di Noto. Seduti di fronte a questo straordinario monumento, si può godere del nettare degli Dei sorseggiando un dolcissimo Moscato di Noto doc. 

Fonte GAC dei due mari

ITINERARIO RELIGIOSO: LA VIA DELLA FEDE

TRA CATTEDRALE DI AVOLA E CHIESA MADRE DI POZZALLO

Da sempre la chiesa ha rappresentato il centro di aggregazione dei popoli cristiani, soprattutto nei paesi più piccoli, dove le comunità erano solite riunirsi in occasione dei festeggiamenti rivolti al santo protettore del luogo. Conoscere le chiese maggiori delle cittadine significa capire anche l’evoluzione storico – culturale dei loro abitanti. La Chiesa Madre di Avola è dedicata a San Sebastiano. Fu edificata subito dopo il disastroso terremoto del 1693. Alta oltre 50 metri per 30 metri di profondità, si presenta con tre entrate corrispondenti alle tre navate, di cui quella centrale è la maggiore. Le navate laterali sono formate da quattro arcate laterali e altrettanti altari. La Patrona di Avola è invece la vergine e martire Santa Venera, per la quale ogni anno, nell’ultima domenica di Luglio si celebra una festa assai solenne. E otto giorni dopo, il simulacro della Santa, così come vuole un’antichissima tradizione religioso – marinaresca, viene portata a bordo di un’imbarcazione per una processione in mare, seguita da tantissimi marinai, pescatori e fedeli. La processione tocca i lidi e gli approdi avolesi, in un tripudio di gioia e solennità mistica e religiosa. Il più importante luogo di culto della città di Noto è la Basilica di San Nicolò di Mira. Costruita anch’essa dopo il terremoto del 1693, è costituita completamente da blocchi di calcare tenero, di uno splendido colore roseo, ed è situata in cima ad una maestosa scalinata a quattro rampe. Nel 1996, un disastroso crollo rase al suolo la navata centrale, quella destra e parte della cupola. Dopo 11 anni di lavori, la cattedrale fu riconsegnata alla città in tutto il suo magnifico splendore. L’interno, a croce latina, ospita una preziosa arca d’argento del ‘500, contenente le spoglie del Santo Patrono della città e della Diocesi di Noto: Corrado Gonfalonieri. Ogni anno ad agosto quest’urna argentea viene portata in processione dalla Cattedrale di Noto all’Eremo del Patrono, situato nella piccola frazione di San Corrado Fuori Le Mura (a pochi chilometri a nord ovest di Noto). Da vedere, dopo due settimane di venerazione, la suggestiva processione in notturna per il rientro delle spoglie nella Cattedrale di San Nicolò. Consacrata a San Bartolomeo, la chiesa madre di Ispica domina la parte alta della Piazza dell’Unità d’Italia. Fu costruita a partire dal 1750 per opera di Don Antonio Li Favi, e la sua facciata è caratterizzata da elementi tardo barocchi e classicheggianti. Le maggiori festività religiose ad Ispica sono legate ai due momenti più sacri della vita cattolica e cristiana: Pasqua e Natale. Durante la Settimana Santa tutta la città si muove in processioni e “via Crucis” anche verso Cava Ispica, all’interno della quale si trova la chiesetta di Santa Maria la Cava, scavata nella roccia. Suggestivo ed unico anche il presepe vivente che ogni anno a Natale viene organizzato nello spettacolare Parco Forza della Cava. Sulla piazza principale della cittadina di Pachino è situata la Chiesa Madre, consacrata al SS. Crocifisso. Fu edificata dai marchesi di Starrabba, proprietari del limitrofo feudo Scibini e fondatori della città. I lavori per la costruzione della chiesa iniziarono nel 1970. Presenta una facciata a due ordini sovrapposti e due piccole torri campanarie. Magnifico il portone bronzeo realizzato nel 1968 dallo scultore Biasi. I festeggiamenti in onore della patrona, la Madonna Assunta, vengono svolti ogni anno il 15 di agosto, tra solenni celebrazioni, processioni e fiaccolate che coinvolgono anche i borghi marinari limitrofi come Marzamemi. La più recente tra tutte le chiese delle Terre dei due Mari è quella dedicata a San Gaetano, nella piccola cittadina di Portopalo di Capo Passero. Edificata a partire dal 1927, ha l’aspetto semplice e non troppo adornato, adatta ad un borgo marinaro. Realizzata interamente in pietra ed inaugurata nel 1931, ha subito un devastante incendio nel 2012 che ha distrutto tutta la copertura dell’abside (realizzata in canna e gesso), parte del tetto della navata e la sacrestia, oltre a danneggiare notevolmente la cappella dell’Eucarestia. I lavori di restauro sono stati ultimati a novembre del 2014. Sulla sommità del campanile, un pescespada segnavento è diventato il simbolo della cittadina. I festeggiamenti del Santo Patrono ricorrono il 7 agosto, con una processione per le vie del paese. Nei giorni seguenti vengono organizzate regate tra i marinai locali, gare e giochi popolari. Consacrata allaMadonna del Rosario è la chiesa madre di Pozzallo, edificata a partire dal 1876 per volontà del reverendo Vincenzo Ferreri ed ultimata nel 1891. La chiesa (a croce latina) è formata da tre navate, separate da una serie di colonne squadrate. La statua della Madonna, opera di Valente Assenza è situata nell’abside, ai lati del quale, due cappelle laterali contengono il Santissimo e una statua del Crocifisso. I festeggiamenti in onore della Madonna del Rosario ricorrono il 7 ottobre: il programma liturgico con processioni e solenni celebrazioni è accompagnato anche da programmi ricreativi e popolari che coinvolgono tutta la cittadinanza. Sulla piazza principale della cittadina di Pachino è situata la Chiesa Madre, consacrata al SS Crocifisso . Fu edi cata dai marchesi di Starrabba, proprietari del limitrofo feudo Scibini e fondatori della città. I lavori per la costruzione della chiesa iniziarono nel 1970. Presenta una facciata a due ordini sovrapposti e due piccole torri campanarie. Magni co il portone bronzeo realizzato nel 1968 dallo scultore Biasi. I festeggiamenti in onore della patrona, la Madonna Assunta, vengono svolti ogni anno il 15 di agosto, tra solenni celebrazioni, processioni e accolate che coinvolgono anche i borghi marinari limitro come Marzamemi. La più recente tra tutte le chiese delle Terre dei due Mari è quella dedicata a San Gaetano, nella piccola cittadina di Portopalo di Capo Passero. Edi cata a partire dal 1927, ha l’aspetto semplice e non troppo adornato, adatta ad un borgo marinaro. Realizzata interamente in pietra ed inaugurata nel 1931, ha subito un devastante incendio nel 2012 che ha distrutto tutta la copertura dell’abside (realizzata in canna e gesso), parte del tetto della navata e la sacrestia, oltre a danneggiare notevolmente la cappella dell’Eucarestia. I lavori di restauro sono stati ultimati a novembre del 2014. Sulla sommità del campanile, un pescespada segnavento è diventato il simbolo della cittadina. I festeggiamenti del Santo Patrono ricorrono il 7 agosto, con una processione per le vie del paese. Nei giorni seguenti vengono organizzate regate tra i marinai locali, gare e giochi popolari.

Fonte GAC dei due mari

NUMERI UTILE E D’URGENZA:

CARABINIERI 112 - STAZIONE CC PACHINO 0931 595814 

POLIZIA 113 - COMMISSARIATO PACHINO 0931 804211

GUARDIA DI FINANZA -  Comando Brigata Pachino 0931 841165

POLIZIA MUNICIPALE  - 0931 803409

VIGILI DEL FUOCO 115 - STAZIONE PACHINO 0931 836303

EMERGENZA SANITARIA 118

 GUARDIA MEDICA MARZAMEMI - 0931 841245

GURDIA COSTIERA - EMERGENZE IN MARE 1530

SOCCORSO STRADALE ACI - NUMERO VERDE 803.116 DALL’ITALIA E LO 02. 66.165.116 DALL’ESTERO

PROTEZIONE CIVILE - 0931 596264

COMUNE DI PACHINO - 0931 803111

UFFICIO POSTALE PACHINO - 0931 804450

UFFICIO POSTALE MARZAMEMI - 0931 841518

PARROCCHIA SAN FRANCESCO DI PAOLA - 0931 835286

Informazioni Turistiche - 3477338825

ITINERARIO DI PESCATURISMO: TRA PESCA E MERAVIGLIE COSTIERE

PARTENZA E ARRIVO AL PORTO DI PORTOPALO DI CAPO PASSERO

La cultura del mare e delle sue risorse, la valorizzazione del patrimonio ittico e marino, la difesa delle biocenosi, passano attraverso il Pescaturismo: una attività integrativa a quella quotidiana della pesca che si svolge a bordo di pescherecci o sulle piccole imbarcazioni della pesca artigianale. Nasce inizialmente come opportunità di integrazione del reddito dei pescatori che la praticano, previa autorizzazione, ospitando a bordo delle loro imbarcazioni persone diverse dal loro equipaggio per lo svolgimento di attività turistico – ricreative. In questo modo è possibile osservare le tecniche di pesca professionale o sportiva, l’utilizzo di esche o ami particolari, ma soprattutto si partecipa alla diffusione di una cultura del mare, per una pesca sostenibile che rispetti misure, luoghi, metodologie e tempi di pesca. Il pescaturismo può essere svolto durante tutto l’arco dell’anno, giorni festivi compresi e condizioni meteo-marine favorevoli, in alcuni casi anche in notturna. L’attività è aperta a tutti, anche i minori di 14 anni se accompagnati da un maggiorenne responsabile. Questo itinerario ha come base di partenza il porto peschereccio di Portopalo di Capo Passero, fermo restando che anche tutte altre marinerie del territorio del Gac dei due Mari, sono organizzate per il pescaturismo. L’orario di partenza e di rientro è concordato in base alle esigenze dei turisti e/o alle condizioni meteo-marine. Una volta usciti dal porto ci si dirige verso sud-ovest, in direzione dell’Isola delle Correnti. Il punto di battuta è a circa 2,5 miglia nautiche dal porto. Ammirata l’isola, si volge la prua ad est e si cala a mare il Conzo o Palamito. Si tratta del più antico degli attrezzi di pesca: consta di un numero variabile di ami (massimo 200 per i pescatori non professionisti) che vengono attaccati ad un’unica lenza tramite travette (piccoli pezzi di lenza) e portati a fondo da opportuni piombi. Il Conzo, riconoscibile tramite segnali galleggianti, viene lasciato in mare per un lasso di tempo a discrezione del pescatore. Durante l’attesa, l’imbarcazione dirige la prua verso l’isola di Capo Passero, distante circa 5 miglia nautiche e la circumnaviga lentamente in modo da ammirarla in tutta la sua magnificenza. Successivamente si dirige verso la vecchia Tonnara ed il castello Tafuri (un monumentale edificio di inizio secolo, costruito come residenza estiva dai marchesi di Belmonte). In questo splendida baia è possibile concedersi qualche tuffo. Risaliti a bordo, il capo barca si dirige verso il punto dove è stato calato il Conzo, individuando i galleggianti che ne segnalano la presenza: inizieranno quindi le operazioni di recupero degli attrezzi di pesca e dell’eventuale pescato. Tutto il pesce di pezzatura non idonea, se ancora vivo, viene rigettato in mare: per ciascuna specie vi è la tabella delle misure minime da rispettare, anche se il miglior metro è nella coscienza di chi pesca. L’escursione ha la durata di una o mezza giornata: è possibile anche pranzare a bordo per il numero di persone indicato dalle autorizzazioni rilasciate dall’Autorità Marittima. Il rientro è previsto nel porto di imbarco, a meno di diverse esigenze o particolari necessità.

Fonte GAC dei due mari

 

ITINERARIO NAUTICO: PORTI E APPRODI TURISTICI

TRA MARINA DI AVOLA E PORTO DI POZZALLO

Una costa così affascinante come quella dei Due Mari è, da tempo immemorabile, meta ambita del turismo nautico e da diporto grazie a piccoli approdi naturali, calette, pontili nati come frangiflutti e utilizzati poi come punti di sosta momentanea, oltre agli splendidi porti turistici ben forniti ed attrezzati per le esigenze di servizio ordinario alla navigazione. A partire dalla parte nordorientale della Terra dei due Mari, individuiamo una delle zone più suggestive per un approdo momentaneo: il porticciolo diMarina di Avola, a ridosso dell’antica tonnara e dell’antico borgo marinaro è costituito da un unico braccio di frangiflutti, che ha creato un’insenatura adatta all’attracco di piccole imbarcazioni. Il porticciolo ha fondo sabbioso e poco profondo. La navigazione verso l’approdo di Calabernardo, nel territorio di Noto, segue una costa bassa e sabbiosa, ricca di spiagge, di villaggi e borghi turistici costieri. La distanza tra i due porticcioli è di 1,73 miglia nautiche. Questo piccolo porticciolo è costituito da due moli di 50 e 20 metri, poco agibile per imbarcazioni di notevoli dimensioni, a causa di bassi fondali che raggiungono nel punto più profondo 1,50 metri. Disponibilità di acqua tramite una fontana e scivolo per piccole imbarcazioni. Da questo porticciolo, la navigazione verso sud costeggia una delle spiagge più belle d’Italia, Calamosche, seguita dalla vista superba dell’Oasi Faunistica di Vendicari, con i suoi pantani, la torre Sveva e la tonnara, per arrivare nel borgo marinaro di Marzamemi. Questo sito merita davvero una visita prolungata. La navigazione copre 7,92 miglia nautiche Nella Borgata di Marzamemi, sono disponibili due porti: La Balata e Porto Fossa. Il Porticciolo piccolo di Marzamemi, La Balata, è protetto da un molo di 150 metri, segnalato in testata da un fanale verde. Dalla spiaggia si protendono alcune banchine galleggianti. Il porto più grande di Marzamemi è Porto Fossa, a poche centinaia di metri dal precedente. E’ capace di ospitare oltre 400 imbarcazioni, fino a lunghezze massime di 55 metri. Entrambi i porti hanno la possibilità di rifornimento carburante, prese per acqua ed energia elettrica, illuminazione banchine, scalo d'alaggio, servizi igienici e docce. Per arrivare nella punta più a sud d’Europa occorre navigare per altre 8,5 miglia nautiche, lasciando scorrere a dritta una costa eterogenea, che alterna spiagge rocciose a calette nascoste. Il Porto di Portopalo di Capo Passero è formato da un molo di levante di 360 metri e dal molo di ponente di 390 mt. Il porto è principalmente sede della marineria dei pescherecci, anche se non mancano gli approdi per il turismo nautico. Servizi di rifornimento carburante, prese per acqua ed energia elettrica, illuminazione banchine, scalo d'alaggio, servizi igienici e docce. Inizia adesso il tratto di navigazione più lungo: 17,80 miglia nautiche. Costeggiamo la punta più meridionale della Sicilia, l’Isola delle Correnti, dove l’incontro dei due Mari è sempre spumeggiante. Risalendo la costa, lasciando a dritta l’incantevole spiaggia di Carratois e attraversando Porto Ulisse, è possibile ammirare gli spettacolari faraglioni di Cirica, le lunghissime spiagge di Santa Maria del Focallo, Pietre Nere e di Raganzino per arrivare al Porto Piccolo di Pozzallo. Situato subito a nord del porto commerciale, è protetto da due moli che racchiudono un bacino interamente banchinato e utilizzato da imbarcazioni da pesca, diporto e da mezzi portuali. Ha una disponibilità di 150 posti barca e servizi di rifornimento carburante, prese per acqua ed energia elettrica, illuminazione banchine, scalo d'alaggio, servizi igienici e docce.

Fonte GAC dei due mari

ITINERARIO NATURALISTICO: RISERVE NATURALI PER BIRDWATCHING

TRA VENDICARI E LONGARINI

L’estrema punta della Sicilia, culla della Terre dei due Mari, è punto di sosta privilegiato per i flussi di volatili che trasmigrano verso nord Europa in primavera per rientrare verso l’Africa in autunno, grazie alla presenza di acqua garantita dalle vaste zone umide che caratterizzano alcuni tratti del territorio. Questi pantani, spesso sono così ricchi di acqua durante la stagione invernale da esserne abbondantemente pieni anche in estate. Tantissime le specie faunistiche osservabili: cavaliere d’Italia, aironi cinerini, cicogne nere, cicogne bianche, fenicotteri, garzette, spatole, mignattai, pernici di mare, ghiandaie marine, gabbiani, sterne, beccacce, falchi di palude, pecchiaioli, anatre, fischioni. L’Oasi Faunistica di Vendicari (territorio di Noto) è un paradiso naturale. Cinque chilometri di percorso tutto da scoprire tra meravigliose spiagge, coste rocciose a picco sul mare, fondali adatti allo snorkeling, una torre fortificata del ‘400, l’antica tonnara recentemente restaurata e l’area umida dei Pantani (grande e piccolo). Un meraviglioso ambiente naturale che ospita centinaia di specie volatili la cui presenza si diversifica in base alla stagione. Alcune specie nidificano in questi posti trovando qui l’habitat naturale perfetto. L’oasi faunistica, infatti, garantisce la tranquillità delle specie essendo protetta da inquinamento acustico e da agenti esterni. L’area naturale è fornita di capanni di avvistamento dislocati sui pantani. Si consiglia l’utilizzo di binocoli per un’osservazione più dettagliata. Proseguendo verso sud, si trovano le Saline di Morghella. È uno dei più grandi pantani del territorio di Pachino: in origine era un bacino idrico, alimentato dalle piogge, fino alla sua trasformazione in salina. Scavate in epoca araba, le saline furono utilizzate fino agli anni ’60 del 1900 e poi dismesse per l’esiguità della produzione rispetto a quelle più ricche della Sicilia nord occidentale. Oggi, questo specchio d’acqua rimane uno dei luoghi privilegiati di sosta per avifauna, in quanto limitrofo al mare. Superata la cittadina di Portopalo di Capo Passero e la sua rada portuale, ci si dirige verso i pantani più meridionali d’Italia: Pantani Ponterio,Ciaramiraro e Baronello. Tra tutti sono i più piccoli. Dei tre, solo il Baronello è ancora collegato al mare tramite un piccolo canale, mentre il Pantano Ponterio, utilizzato in passato come salina, è isolato dal mare, essendosi interrato il canale di comunicazione dopo il successivo abbandono delle attività economiche. Queste zone umide, rientrano nella Riserva Naturale Orientata “Pantani della Sicilia sud – orientale”, istituita nel 2011 con la finalità di tutelare gli ambienti umidi costieri che ospitano popolazioni di uccelli limicoli svernanti e di consentire la sosta e la nidificazione della fauna, valorizzando la vegetazione mediterranea per la protezione degli uccelli acquatici. Il pantano più vasto tra tutti è il Longarini, nel territorio di Ispica: una depressione situata a poche centinaia di metri dal mare, contenente acqua salata. Sin dai tempi dei greci e dei romani, quest’area era utilizzata come porto interno (essendo limitrofo alla costa) a protezione delle navi cariche di merci. Oggi il Pantano Longarini, con i suoi 200 ettari di area lacustre, offre riparo e ristoro a centinaia di specie volatili. Il facile accesso (direttamente dalla strada) permette di ammirare le diverse specie di volatili senza inoltrarsi tra gli alberi e il canneto, in modo da minimizzare il disturbo alla fauna locale.

Fonte GAC dei due mari

ITINERARIO AMBIENTALE: LE SPIAGGE PIU’ BELLE D’ITALIA

TRA SPIAGGIA GALLINA (AVOLA) E RAGANZINO (POZZALLO)

Le Terre dei due Mari si affacciano sul Mar Ionio e sul Mar Mediterraneo. Splendidi litorali sabbiosi, intercalati da calette e promontori, fanno da cornice ad acque cristalline che cambiano colore con l’alternarsi delle stagioni. Una sabbia finissima e silicea forma dune ricche di macchia mediterranea, dove non è raro trovare piante che ben si adattano all’ambiente salmastro e marino. Le spiagge più belle si trovano proprio nelle terre più a sud d’Italia: sono a decine, più o meno piccole, a volte nascoste, racchiuse tra rocce, falesie e grotte, a volte imponenti nella loro estensione quasi a perdita d’occhio. Questo itinerario congiunge, con un percorso unico, alcune tra le spiagge più affascinanti del territorio. A nord est della città di Avola, percorrendo la SS 115 da Avola a Cassibile, si raggiunge Contrada Gallina, da cui la spiaggia prende il nome: si accede attraverso una strada sterrata (segnalata) dalla statale. Percorrendo un sentiero che conduce al promontorio, si raggiunge questa suggestiva spiaggia di grandi sassi bianchi e mare cristallino: 500 metri di litorale sabbioso caratterizzato da un cordone di dune protette da rocce bianche e degradanti sul mare. Le spiagge di Avola sono tutte meravigliose e ben curate: dopo il lungomare cittadino, si arriva alla spiaggia di Pantanello, chiamata anche “Ferro di Cavallo” per la sua particolare forma arcuata, quindi una sosta obbligata è nella spiaggia di Mare Vecchio, prospicente l’antica tonnara, presso il borgo di Marina di Avola. Nel territorio di Noto visitiamo due litorali diversi, affascinanti nella loro morfologia. La spiaggia più settentrionale è quella del Lido di Noto, un tratto di litorale adiacente un delizioso borgo turistico, caratterizzato da una spiaggia di sabbia fine e ambrata, acque cristalline che degradano dolcemente verso il largo. Presenti deliziosi stabilimenti balneari, attrezzati anche per sport acquatici. Per arrivare in questo delizioso paesino di mare si percorre la provinciale proveniente da Avola. Lungo la litoranea c’è la possibilità di parcheggiare l’auto. Percorrendo la provinciale, verso sud, si arriva all’Oasi Faunistica di Vendicari (che è anche Riserva Naturale Orientata): qui si può visitare la spiaggia di Calamosche, definita nel 2005 dalla Guida Blu di Lega Ambiente, la spiaggia più bella d’Italia. E’ una suggestiva caletta sabbiosa larga circa 200 metri, con acque trasparenti e sempre calme, circondata da due promontori rocciosi caratterizzati da una ricca vegetazione litorale, che degradano dolcemente sul mare, regalando anfratti, insenature e fondali per gli amanti dello snorkeling. Si arriva dopo un percorso a piedi di circa 1km dall’accesso secondario della Riserva (dalla strada provinciale Noto – Pachino). Scendendo nell’ultimo lembo d’Europa, la spiaggia più meridionale della Sicilia e d’Italia, è quella che si congiunge tramite un lembo di terra all’Isola delle Correnti, nel comune di Portopalo di Capo Passero. A differenza del nome, che identifica l’incontro tra i due mari e quindi tra le correnti, la spiaggia è racchiusa in un piccolo golfo, che rende spesso tranquille le acque e permette di ammirare lo spettacolo delle correnti. Per raggiungere la spiaggia è necessario superare il paese di Portopalo, la rada portuale e seguire le indicazioni per l’Isola delle Correnti. Ad ovest della spiaggia è presente un parcheggio asfaltato e uno su un pianoro sterrato. Nel Territorio di Pachinonon si può non visitare la spiaggia di Carratois: ci si arriva percorrendo le strade provinciali n.6 e n.8 da Portopalo, per poi seguire le indicazioni Carratois. Straordinario lembo di mare antistante, limpido e quasi sempre tranquillo, protetto a sinistra dall’Isola delle Correnti e a destra da Punta delle Formiche. La spiaggia è libera, ampia e di sabbia finissima. È possibile parcheggiare l’auto tra le stradine limitrofe alla spiaggia. Nei periodi estivi, ma anche in quelli invernali, la spiaggia si popola di appassionati di Windsurf e Kitesurf. Ripartendo a occidente verso il territorio ragusano, attraverso la provinciale che costeggia il litorale, si incontra una lunghissima spiaggia color avorio: è Santa Maria del Focallo, nel comune di Ispica. La spiaggia è libera, facilmente accessibile via strada, attrezzata anche di docce pubbliche. Straordinario il retro duna, ricco di macchia mediterranea. Qualche altro chilometro più a nord ovest si trova Pozzallo: sotto una delle fortezze più antiche di tutta la zona, Torre Cabrera, si sosta in una delle spiagge più belle d’Italia è quella di Pietre Nere. Spiaggia molto ampia a ridosso del lungomare, caratterizzata da lidi e servizi, facile da raggiungere e di libero accesso. A poche centinaia di metri ad ovest da questa si trova un’altra incredibile spiaggia, quella di Raganzino, accessibile direttamente dalla strada che dalla città conduce fino alle zone portuali.

Fonte GAC dei due mari

ITINERARIO ENOLOGICO, VINI DOC: IL MOSCATO DI NOTO

TRA AVOLA E PACHINO: 38 KM

Questo percorso sensoriale si snoda attraverso un territorio che regala storia, cultura, sapori ed emozioni attraverso i suoi monumenti, le bellezze naturali e ambientali, le tracce dell’evoluzione sociale e lavorativa dei suoi abitanti, e soprattutto tramite il rapporto inscindibile tra l’uomo e il suo territorio. Le Terre dei due Mari sono ricche di natura, sole, aria pulita, terra sana e produttiva. È proprio in questa terra così straordinaria che, oltre due millenni fa, nel territorio compreso tra Noto e Pachino, i greci iniziarono a di ondere la coltivazione delle viti con impianto ad alberello. La zona di maggior vocazione, perché terroir unico, ricco di minerali e di acqua, era il declivio collinare che scendeva dolcemente no al mare. Grazie alle caratteristiche del terreno e del clima, gli abitanti di queste terre cominciarono a sperimentare nuove tipologie di coltivazione, selezionando le varietà di uve più resistenti e più gradevoli al palato. La vite e la vendemmia erano il fulcro attorno al quale ruotava tutta la vita delle famiglie. I gesti, i rituali, le tecniche di coltivazione/potatura e la pratica di vendemmia si tramandavano di padre in glio, di generazione in generazione. Ancora oggi, nel territorio compreso tra Noto, Rosolini, Avola e Pachino, si produce uno dei vini più antichi d’Italia: il Moscato di Noto DOC. Prodotto esclusivamente con uve di Moscato Bianco lasciate maturare sulla pianta per aumentare la percentuale di zuccheri, questo nettare regala straordinarie sensazioni palatali grazie alla sua dolcezza. Diventato DOC (Denominazione d’Origine Controllata) nel 1974, questo vino può essere prodotto nelle tipologie naturale, liquoroso, passito e spumante. Oltre al Moscato, questo territorio produce altri vini DOC, sotto la denominazione Noto DOC: il Noto Rosso e il Noto Nero d’Avola. In un territorio ancora più vasto del primo, che abbraccia i comuni di Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero, Rosolini e Ispica si produce un altro vino, unico nel suo genere: l’Eloro DOC. Il nome deriva da una delle più antiche colonie greche in Sicilia, il cui sito archeologico si trova su una collina a acciata sul mar Ionio a circa 8 chilometri a sud-est della cittadina di Noto. L’Eloro DOC è un vino ottenuto da vitigni Nero D’Avola, Frappato e Pignatello, vini cati nelle tipologie Rosso e Rosato. Il Nero d’Avola è uno dei vitigni più pregiati per la vini cazione. Fino a un ventennio fa, solo i territori di Ragusa e Siracusa coltivavano questa specie di vite. Per oltre 100 anni, infatti, è stato il “vino da taglio” per eccellenza utilizzato per dare forza ad altri vini rossi, al suo confronto carenti in colore, struttura e grado alcolico. Oggi, il Nero d’Avola si coltiva in tutto il territorio siciliano ma trova la sua vocazione migliore proprio tra le Terre dei due Mari.

 

ITINERARIO ENOLOGICO, VINI DOC: L'ELORO

NOTO - ISPICA

Questo percorso sensoriale si snoda attraverso un territorio che regala storia, cultura, sapori ed emozioni attraverso i suoi monumenti, le bellezze naturali e ambientali, le tracce dell’evoluzione sociale e lavorativa dei suoi abitanti, e soprattutto tramite il rapporto inscindibile tra l’uomo e il suo territorio. Le Terre dei due Mari sono ricche di natura, sole, aria pulita, terra sana e produttiva. È proprio in questa terra così straordinaria che, oltre due millenni fa, nel territorio compreso tra Noto e Pachino, i greci iniziarono a di ondere la coltivazione delle viti con impianto ad alberello. La zona di maggior vocazione, perché terroir unico, ricco di minerali e di acqua, era il declivio collinare che scendeva dolcemente no al mare. Grazie alle caratteristiche del terreno e del clima, gli abitanti di queste terre cominciarono a sperimentare nuove tipologie di coltivazione, selezionando le varietà di uve più resistenti e più gradevoli al palato. La vite e la vendemmia erano il fulcro attorno al quale ruotava tutta la vita delle famiglie. I gesti, i rituali, le tecniche di coltivazione/potatura e la pratica di vendemmia si tramandavano di padre in glio, di generazione in generazione. Ancora oggi, nel territorio compreso tra Noto, Rosolini, Avola e Pachino, si produce uno dei vini più antichi d’Italia: il Moscato di Noto DOC. Prodotto esclusivamente con uve di Moscato Bianco lasciate maturare sulla pianta per aumentare la percentuale di zuccheri, questo nettare regala straordinarie sensazioni palatali grazie alla sua dolcezza. Diventato DOC (Denominazione d’Origine Controllata) nel 1974, questo vino può essere prodotto nelle tipologie naturale, liquoroso, passito e spumante. Oltre al Moscato, questo territorio produce altri vini DOC, sotto la denominazione Noto DOC: il Noto Rosso e il Noto Nero d’Avola. In un territorio ancora più vasto del primo, che abbraccia i comuni di Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero, Rosolini e Ispica si produce un altro vino, unico nel suo genere: l’Eloro DOC. Il nome deriva da una delle più antiche colonie greche in Sicilia, il cui sito archeologico si trova su una collina a acciata sul mar Ionio a circa 8 chilometri a sud-est della cittadina di Noto. L’Eloro DOC è un vino ottenuto da vitigni Nero D’Avola, Frappato e Pignatello, vini cati nelle tipologie Rosso e Rosato. Il Nero d’Avola è uno dei vitigni più pregiati per la vini cazione. Fino a un ventennio fa, solo i territori di Ragusa e Siracusa coltivavano questa specie di vite. Per oltre 100 anni, infatti, è stato il “vino da taglio” per eccellenza utilizzato per dare forza ad altri vini rossi, al suo confronto carenti in colore, struttura e grado alcolico. Oggi, il Nero d’Avola si coltiva in tutto il territorio siciliano ma trova la sua vocazione migliore proprio tra le Terre dei due Mari.

Fonte GAC dei due mari

ITINERARIO CICLOTURISTICO: BIKE ROUTES

TRA PORTOPALO DI C.P. E PORTO ULISSE

Le Terre dei due Mari possono essere percorse in bicicletta in tutta la loro estensione. Durante la bella stagione la zona costiera, con le sue splendide spiagge, il lungomare e le litoranee, si riempie di amanti delle due ruote che possono godere del tempo e dello spazio a loro piacere. L’itinerario dedicato si estende nella parte meridionale di queste terre, tra Portopalo di Capo Passero e Porto Ulisse. Il territorio è in gran parte pianeggiante: dei 24 chilometri di percorso, il punto più alto sul livello del mare è di 37 metri, pertanto è adatto a tutti. Percorribile in ogni periodo dell’anno: si sviluppa prevalentemente su strade carrabili e asfaltate e non necessita di particolare equipaggiamento o di bici tecniche. La partenza avviene dalla Terrazza dei due Mari, punto panoramico nella cittadina di Portopalo di Capo Passero. L’ultimo tratto di Mar Ionio e il piccolo isolotto di Capo Passero seguono per un tratto questo itinerario. Attraversata la cittadina di Portopalo, ci si dirige prima verso la rada costeggiando il porto, per poi inoltrarsi tra i vigneti e le colture di ciliegino. La prima tappa è sulla punta estrema del territorio: da qui lo sguardo si ferma d’obbligo all’Isola delle Correnti. La sosta viene effettuata sulla piazzetta che precede la spiaggia, zona di parcheggio durante il periodo estivo. Da qui, a piedi, si può percorrere il tratto di spiaggia che porta all’isola: un istmo di poche decine di metri percorribile a piedi durante la bassa marea, soprattutto d’estate. Il tratto più lungo dell’itinerario è di 21 chilometri. Risalendo la costa ci si dirige verso nord-ovest attraversando campi coltivati, vigneti e impianti protetti in serre con migliaia di piantine di pomodori della varietà ciliegino. Il colore rosso dei frutti a grappolo ci accompagna per parecchi chilometri! Successivamente il percorso volge verso est. Si torna a pedalare lungo la costa, attraverso l’abitato di Granelli, uscendo dalla provincia di Siracusa ed entrando nel territorio ragusano. Si arriva così nell’incredibile distesa di acque del Pantano Longarini. Nel periodo di sosta (in primavera o in autunno) non è raro osservare centinaia di fenicotteri rosa di passaggio su queste acque salmastre: è uno spettacolo unico al Mondo. La pace di questo posto non invita a partire: qui sembra davvero che il tempo si fermi. Gli ultimi 3 chilometri di percorso si sviluppano lungo la costa, dirigendosi verso una delle mete più rinomate di tutta la zona: Porto Ulisse. Chiamato così in onore del grande eroe omerico, che sfidò le ire degli dei del mare e del cielo e approdò su una delle isole più belle al mondo: la Sicilia. Da queste rupi si possono scorgere a ovest i faraglioni di Cirica, a ridosso delle “secche di Circe”, causa di tanti naufragi di navi romane e bizantine.

Fonte GAC dei due mari

ITINERARIO ARCHEOLOGICO SUBACQUEO: TRA RELITTI E REPERTI

TRA PORTO FOSSA MARZAMEMI E PUNTO DI IMMERSIONE

Suggestivo e affascinante, una meraviglia celata alla vista: è l’itinerario dei beni archeologici sommersi. Il Mare di Sicilia, soprattutto il tratto di costa che va da spiaggia Gallina di Avola fino a Pozzallo, colonizzato da greci, romani, arabi e spagnoli è stato da sempre teatro di vicende, incontri, guerre, naufragi e ha contribuito a conservare, in modo più o meno visibile, le tracce della storia. Sono resti di carichi navali: da imponenti colonne per la costruzione di edifici ad anfore per il vino e l’olio, da statue per adorni a suppellettili. Centinaia di reperti, la maggior parte dei quali, vista la dimensione e lo stato di conservazione, sono stati lasciati in loco in quello che appare come una sorta di museo sottomarino. Oggi, grazie all'intenso lavoro di indagine e rilievi certosini a cura della Sovrintendenza dei Beni Culturali e Archeologici del Mare, molti di questi reperti archeologici sono stati individuati, studiati e catalogati. Molti altri reperti, preservati dal logorio del mare e soprattutto dalle razzie dei “relittari” sono conservati in un vero e proprio museo archeologico dei beni sottomarini, che raccoglie centinaia di reperti ritrovati nei fondali di tutta la costa del Gac dei due Mari: è il Museo del Mare di Calabernardo (Noto). Tra tutti gli itinerari archeologico-subacquei individuati e fruibili, quello proposto è Marzamemi 1, ubicato a circa un miglio dalla costa nei pressi del borgo marinaro da cui prende il nome. Per arrivare sul luogo dell’immersione consigliamo di partire con mezzo nautico dal porto grande di Marzamemi (Porto Fossa), accompagnati da guide esperte e autorizzate ad immergersi nei luoghi posti a vincolo archeologico. L’immersione è di facile esecuzione, visto che il sito si trova a circa 7 metri di profondità su di un pianoro roccioso. L’acqua è quasi sempre limpida mancando sospensione sabbiosa. Il sito archeologico si estende su una superficie di circa 600 metri quadrati: per le sue dimensioni e la bassa profondità è adatto anche per escursioni in snorkeling. Si tratta di un carico di colonne semilavorate e blocchi squadrati, presumibilmente preparati per basi o capitelli. Grazie alla presenza di frammenti di anfore si è potuto datare il relitto al III secolo d.C. Il marmo delle colonne è di origine orientale, si ipotizza la provenienza da cave della Turchia. La spettacolarità del sito è data dalle dimensioni delle colonne: la più grande è lunga 6,40 metri, con un diametro di circa 185 centimetri. Non si ha modo di sapere a cosa fossero destinate queste colonne, presumibilmente alla costruzione di un edificio maestoso, date le loro colossali dimensioni. Del relitto e degli elementi lignei non è rimasto nulla. La nave, inabissatasi sul fondale roccioso, è stata esposta per secoli all’azione dell’acqua marina e a quella di un particolare mollusco, il Teredo Navalis, che ama scavare lunghe gallerie nel legno. Si può ipotizzare, dato il carico (circa 165 tonnellate), che la nave fosse lunga poco meno di 30 metri con una larghezza minima di 9 metri. Tra le colonne e i blocchi di marmo, ben nascosta tra le piante di Posidonia Oceanica, non manca la fauna sottomarina: murene, polpi, saraghi, piccoli crostacei colorano e rendono unica e veramente suggestiva l’esplorazione del sito.

Si ringrazia la Regione Siciliana, Soprintendenza del Mare, per la gentile concessione delle foto subacquee del sito archeologico “Marzamemi 1” – foto S. Emma


Fonte GAC dei due mari

Page 6 of 8

About Us

The Pro Loco Marzamemi is a voluntary association, of a privatistic nature, non-profit, with a value of public social utility, and with relevance of public interest.

 

Meteo

giweather joomla module
Not Found
404
Not Found
Questo sito Utilizzia i cookie per migliorare la navigazione. Continuando ad utilizzare questo sito, si da il consenso per l'utilizzo dei cookie. More details…
Questo sito Utilizzia i cookie per migliorare la navigazione. Continuando ad utilizzare questo sito, si da il consenso per l'utilizzo dei cookie. More details…